Di cosa si tratta?

"Latte di mamma mia " è un’iniziativa che nasce da un progetto promosso dal Comune di Roma in collaborazione con varie associazioni, si basa sul volontariato, è COMPLETAMENTE GRATUITA e mira all’affermazione di una cultura della maternità e della condivisione, attraverso la creazione sul territorio di una rete di sostegno e di aiuto per le mamme che allattano al seno.



giovedì 24 settembre 2015

QUANDO IL BAMBINO E' PIGRO

(tratto dal sito della Lega per l'Allattamento Materno). Quando un bimbo è sonnolento e sembra disinteressarsi al seno, sia i genitori sia il personale medico giustamente si allarmano. Naturalmente capita che bambini dormiglioni siano molto attivi al seno e crescano bene. Per quelli non c’è bisogno di cambiare nulla, è sufficiente lasciarli vivere secondo il loro ritmo. Ma ci sono anche bimbi che dormono al punto di lasciarsi “tranquillamente” deperire, e queste situazioni si aggravano sempre più con l’aumentare della sonnolenza del neonato causata dalla disidratazione e dalla malnutrizione. 


Diversi fattori possono rendere un bambino sonnolento: gli analgesici somministrati alla madre durante il travaglio, lo stress della nascita, le caratteristiche individuali, la sovrastimolazione del bambino, un'ipotonia, un’immaturità transitoria del sistema nervoso, un ittero più forte della media…
Alcuni bambini sembrano dormire continuamente per sottrarsi ad una realtà troppo stressante per loro. Questi bambini saranno spesso più attivi al seno, o sembreranno voler poppare continuamente, piangendo se li si allontana, e riaddormentandosi dopo qualche movimento di suzione quando li si rimette al seno. [NdR: questo comportamento può anche essere segno di una difficoltà di suzione o posizionamento al seno].
Se un bambino dormiglione presenta un problema di peso, bisognerà prestare attenzione a che sia nutrito sufficientemente, per non fargli correre il rischio di disidratazione o di malnutrizione. Dovrebbe essere svegliato per essere messo al seno da 10 a 12 volte almeno nelle 24 ore, compresa la notte, cioè ogni almeno due ore (l’intervallo tra due poppate è calcolato dall’inizio di una poppata all’inizio della successiva). La sua attività al seno deve essere valutata attentamente, così come il suo stato di salute generale. Bisogna notare che questi bimbi spesso sono più attivi al seno di notte, sia perché sono meno stressati grazie alla calma notturna, sia perché di notte la madre ha un flusso maggiore di latte, o per entrambe le cose.

QUALCHE SUGGERIMENTO PER AIUTARE A PREVENIRE O A SUPERARE IL PROBLEMA 

- Dopo la nascita il bambino deve stare con la mamma, e non occorre intervenire in alcun modo fino al momento in cui il bambino non avrà poppato. Bisogna essere pazienti se la madre ha partorito sotto analgesici: gli studi hanno dimostrato che il comportamento del bimbo è più disorganizzato in questo caso, e che la disorganizzazione può durare alcuni giorni e in certi casi alcune settimane.
- La madre e il suo bambino non dovrebbero essere separati durante il soggiorno nel reparto di maternità. Evitare di dare biberon e ciucci che potrebbero confondere la suzione del bambino.
- Il contatto pelle a pelle dovrebbe essere attuato il più spesso possibile. Il bambino può essere messo direttamente sul petto della mamma, con addosso solamente un pannolino, avvolgendo eventualmente entrambi in una camicia o in uno scialle. Il corpo della madre provvede ampiamente al bisogno di calore del bambino. La mamma può metterlo al seno nel momento in cui egli manifesta il desiderio di poppare, ben prima che si metta a piangere.
- La mamma deve essere informata su quali sono i primi segnali che indicano il desiderio di essere messo al seno: rumori di suzione, movimenti veloci degli occhi, movimenti delle labbra e della lingua, il portare la mano alla bocca, movimenti del corpo... anche se il bambino è sonnolento questi segnali indicano che è nella fase di sonno leggero e può essere messo al seno con successo. È invece inutile tentare di mettere al seno un bimbo nella fase di sonno profondo.
- La mamma dovrebbe mettere il bimbo al seno prima che sia tanto affamato da piangere: quando un neonato è arrivato a questo stadio spesso sarà troppo stanco o troppo agitato per voler o poter poppare correttamente. In questo caso dargli un po’ di latte facendolo succhiare al dito potrà aiutarlo a calmarsi e a ristabilire una suzione efficace. Solo successivamente si potrà attaccarlo al seno.
- Non coprire troppo il neonato, perché il calore ha un effetto sedativo. Può essere utile variare la luminosità dell’ambiente, parlargli, tentare di avere un contatto visivo con lui… Se fa fatica a svegliarsi, si può cambiarlo, massaggiarlo, fargli il bagno, fargli muovere le braccia e le gambe, metterlo in posizione verticale, metterlo a sedere sulle ginocchia, coricarlo e poi ritirarlo su a sedere diverse volte di seguito, passargli un panno fresco sul viso…
- A volte è utile provare diverse posizioni. Cambiare seno quando il bimbo sembra disinteressarsi alla poppata e sta per addormentarsi. Massaggiare circolarmente la testa del bimbo mentre poppa. Parlargli durante la poppata, lodarlo ogni volta che poppa efficacemente.
- Per incoraggiare il bimbo a prendere e poi tenere il seno in bocca si può provare a dargli del latte con l’aiuto di una siringa di plastica o di un tubicino (del DAS) mentre è al seno. Questo tipo di aiuto deve essere però solo temporaneo: se entro 24 ore non si constata nessun miglioramento nell’attività del bambino al seno, va fatta un’accurata valutazione della situazione.
- La mamma può comprimere il seno mentre il bambino succhia. Diversi studi hanno dimostrato che questo permette al bimbo di ottenere una quantità maggiore di un latte più ricco di grassi. La mamma può anche tirare delicatamente indietro il seno, quando il bambino sembra addormentarcisi sopra, per incoraggiarlo a ricominciare a poppare (chiaramente questo si può fare solo se la madre non ha problemi di capezzoli dolenti).
- In alcuni casi (rifiuto del seno, confusione seno-tettarella…), l’utilizzo temporaneo di copricapezzoli o di un DAS può aiutare il bambino. Poiché però i rischi legati ad un utilizzo inappropriato di questi metodi sono elevati, la situazione deve essere seguita molto da vicino e questi sistemi devono essere utilizzati per il minor tempo possibile.
- Probabilmente raccomandare alla mamma di tirarsi il latte non è sempre realmente necessario. Tuttavia quando la madre ha un ingorgo massiccio e/o se il bambino ha una suzione poco o nulla efficace, tirare il latte può essere indispensabile per stimolare la produzione del latte e fornire al bambino un’integrazione di latte materno.
- Molto spesso è d'aiuto farsi un bagno con il neonato. L’ambiente liquido incoraggia molti bimbi a poppare. È importante anche tenere il più spesso possibile addosso il bambino in un marsupio o in una fascia.
- La mamma deve imparare valutare se il suo bimbo riceve latte a sufficienza: occorre vedere e/o sentire il bambino deglutire regolarmente per un periodo di tempo sufficientemente lungo, controllare l’urina e le feci (come minimo, dal terzo giorno in poi, durante le prime settimane da 5 a 6 pannolini bagnati al giorno e 3-5 evacuazioni di feci molli o liquide).
Se all’uscita dal reparto di maternità l’allattamento non è ben avviato, dopo il ritorno a casa deve assolutamente essere assicurato un attento controllo.

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