Di cosa si tratta?

"Latte di mamma mia " è un’iniziativa che nasce da un progetto promosso dal Comune di Roma in collaborazione con varie associazioni, si basa sul volontariato, è COMPLETAMENTE GRATUITA e mira all’affermazione di una cultura della maternità e della condivisione, attraverso la creazione sul territorio di una rete di sostegno e di aiuto per le mamme che allattano al seno.



martedì 30 luglio 2013

MAMME EROICHE: LA STORIA DI RILATTAZIONE DI MOIZZA FAVARO



Il sito Genitori Channel fra le altre iniziative ha promosso tempo fa la rassegna "Io sono una mamma e tu che superpoteri hai?" per celebrare la straordinarietà delle mamme, perché tutte, ognuna a suo modo, sono dei super eroi, ognuna con i suoi superpoteri diversi! 


In questo contesto ci ha molto colpito la storia che pubblichiamo di seguito di una mamma, Moizza Favaro, che nonostante le tante difficoltà non si è data per vinta e non ha rinunciato ad allattare al seno il suo bambino sicura di potergli dare in questo modo il meglio. Moizza ci ha lasciato a settembre del 2012, portata via dal cancro al seno con cui ha combattuto con la tenacia e la forza che sapeva mettere nelle cose. 

Ma con questa sua storia meravigliosa ci ha lasciato la testimonianza che davvero "volere è potere" e che le mamme hanno una forza straordinaria quando si tratta dei propri figli che niente e nessuno può ostacolare! 
La pubblichiamo proprio per dare forza e coraggio a tutte quelle mamme che affrontano difficoltà, che vengono ostacolate dal personale ospedaliero e dalla mancanza di informazione degli operatori e purtroppo spesso dei pediatri, perché trovino nuovo slancio ed entusiasmo nella loro avventura di allattamento. 

***


Davide è nato l’8 Luglio 2005 a 41+1, pesava 3810 g. ed era lungo 52 cm. E’ nato all’Ospedale di Montebelluna (TV) in una coloratissima e alternativa sala parto, piena di cuscini, di un ottimo reparto di Ostetricia e Ginecologia. Alcune ore dopo il parto è stato trasferito nella Patologia NeoNatale (PNN) a causa di una banale polmonite da inalazione di meconio, nulla di grave per un bimbone come lui. In PNN, purtroppo, ha trovato medici ed infermieri che non conoscevano nulla di allattamento al seno: come avviarlo, favorirlo, procedere a richiesta; né di bonding tra mamma e bambino.
Già la prima sera, poche ore dopo il suo ricovero in PNN e poche ore dopo la sua nascita non volevano farmi vedere mio figlio, fino all'indomani mattina: mi sono “appesa” col dito al campanello della PNN finché si sono arresi, e per pochi minuti l'ho potuto vedere. Era in una culla termica con ossigeno e flebo di antibiotico. 


Una volta (solo una in una settimana!) Davide ha potuto essere attaccato al seno della sua mamma durante la somministrazione di un antibiotico endovena. L’infermiera, in quella occasione, lo ha apostrofato dicendo “ah, siamo più tranquilli quando c’è la mamma, eh? Vogliamo comportarci bene davanti alla mamma, perché quando la mamma non c’è ti agiti e piangi così tanto e stavolta non dici nulla?”
Davide non ha potuto rispondere: “perché è scientificamente dimostrato che gli impulsi dolorifici efferenti alla corteccia sensitiva sono attenuati quanto il neonato succhia dal seno della mamma, io sono un neonato e non dovrei saperlo, tu che sei un’infermiera della PNN dovresti saperlo invece!!!”.

Da subito, cioè da quella sera che mi sono appesa al campanello della PNN per vedere mio figlio, poco dopo la sua nascita, ho chiesto che non gli fosse dato il ciuccio; mi sono sentita rispondere che era una mia fissazione, che non potevo stare con mio figlio sempre (certo, loro non me lo consentivano), per cui mi avrebbe cercata e il ciuccio serviva proprio per non farlo sentire frustrato. Se piangeva era meglio il ciuccio che lasciarlo piangere, visto che non era permesso alla mamma di stare accanto a suo figlio. :-(
Davide, a meno di 5 ore dalla nascita, era già stato alimentato con la formula! Questo l’ho saputo solo dopo le dimissioni, quando ho richiesto la cartella clinica. Non c’erano problemi di glicemia né altro che giustificassero la somministrazione di formula, anzi, di fronte alle richieste mie e di mio marito -medico chirurgo specialista in Medicina Interna-, hanno pensato di annotare sulla cartella clinica, quella stessa sera mamma apprensiva riguardo l’allattamento al seno” come ho potuto leggere quando ne sono venuta in possesso mesi più tardi.
Sono rimasta in ospedale sette giorni dopo la nascita di Davide, come mamma nutrice. Mi era consentito di andare ad allattare il mio bimbo solo sei volte nelle 24 ore, in orari precisi e rigorosamente per 30 minuti ogni volta: 15 minuti per un seno, 15 minuti per l’altro, "Non di più signora, - sentenziava regolarmente un’incompetente infermiera pediatrica della PNN - sennò le fa venire le ragadi", (nb: la causa delle ragadi sta nel non corretto attacco del bambino al seno, non nel tempo che il bimbo trascorre al seno!)
A volte io arrivavo e Davide era già stato pesato: dovevo solo attaccarlo al seno e poi dovevo pesarlo e l’infermiera annotava il peso sulla cartella clinica. In quei momenti, non c’era tempo per altro… io sentivo addosso un’incredibile ansia da prestazione (alla fine c’era la doppia pesata a determinare l’esito positivo o meno della nostra “seduta-prestazione” di allattamento!) e stimolavo il mio bambino a ciucciare a più non posso, perché dopo quei 30 minuti non sarebbe più stato permesso alla sua mamma di stare con lui!
In quei primi 7 giorni di vita di mio figlio ho potuto tenerlo in braccio attaccato al seno per un totale di sole 3 ore, su 24. E’ vergognoso che succedano ancora queste cose negli ospedali italiani!
La prima volta che mi sono tirata il colostro col tiralatte, era la mattina dopo la sua nascita e sono corsa, orgogliosa, coi miei 50 ml in PNN a portare il prezioso contenuto. L’infermiera di turno, mi ha detto che quel colostro non andava bene, che era da buttare, perché, secondo lei, era troppo scuro. Chiese conferma alla pediatra, la quale replicò - buttando nel lavandino il mio colostro sotto i miei occhi - : ”probabilmente, signora, lei ha delle ragadi ”. Dissi che non era possibile, che quelle erano le prime gocce di colostro che avevo tirato, che non avevo mai attaccato un bimbo al seno, e che controllasse lei, lo vedevo bene che i miei capezzoli non avevano ragadi! Nonostante questo, lei non mi ascoltò, fece spallucce, concludendo: "beh, allora probabilmente, ha delle ragadi interne”.
Non ho avuto la forza di rispondere... ero profondamente impreparata ad avere a che fare con una persona che non riconoscevo più...cioè me stessa dopo aver partorito!
Non sono riuscita a dire a quella dottoressa che, se avessi attaccato subito al seno mio figlio, lei non avrebbe mai potuto vedere il colore del mio colostro e non avrebbe mai potuto sentenziare a riguardo!
Non sono riuscita a farmi sentire quando ho chiesto che non venisse dato a Davide null'altro che il mio latte! Quando ho visto un'infermiera che stava dando a Davide della soluzione glucosata, ho pensato di avvicinare il primario e chiedere che questa cosa non si ripetesse...sono riuscita solo a parlare con un altra dottoressa che mi ha detto "Signora, porti pazienza tanto fra 2 giorni se lo porta a casa".

Non sono riuscita ad impormi, come avrei voluto, con quella dottoressa che si è permessa di buttare via i primi 50 ml di colostro che ero riuscita a tirare faticosamente col tiralatte! Sono scoppiata a piangere e non sono riuscita a ribellarmi, e questa cosa mi pesava dentro come un macigno!
Io mi sentivo perduta, mi sentivo profondamente sola, il mio bambino mi mancava da morire, potevo stare solo pochi minuti con lui…vedevo le altre mamme con i loro cuccioli ed io sapevo che il mio era dietro due porte a vetri più in là e io non potevo stare con lui…
Mi sono chiesta spesso il perché non mi fosse permesso di stare con lui, anche solo vicino alla sua cullina. Non vi era neppure motivo di tenerlo in PNN, in quanto, dopo 2 giorni, stava in una normale culletta, doveva solo fare terapia antibiotica due volte al giorno. Avrei potuto tenerlo con me e portarlo a fare la terapia solo in quei due momenti della giornata, oppure rimanere su una sedia in PNN, accanto a lui… non avrei disturbato nessuno…ma non mi era permesso
Poi siamo arrivati a casa, e le cose sono precipitate! Mi sono ritrovata con in braccio un bimbo che sentivo di non conoscere, mi sentivo profondamente inadeguata nei suoi confronti, e pensavo continuamente che non avevo avuto la possibilità di coltivare una qualsiasi forma di bonding con il mio bambino…mi chiedevo se lui mi riconoscesse come la sua mamma, visto che era stato per così tanto tempo senza di me...
Davide, alimentato esclusivamente al seno, è cresciuto 140 gr la prima settimana (la sua seconda settimana di vita), 240 gr la seconda settimana, 15 gr la terza e 180 gr la quarta, altri 15 gr la quinta.
Io stavo male e sentivo che qualcosa non andava, ma non avevo la forza di reagire… in quei giorni a Davide è comparsa la Candida (mughetto) in bocca ed ho usato il Miconazolo, ma le placche bianche non passavano. Era resistente perchè, ho saputo solo più tardi, quel farmaco veniva usato in PNN per dare un sapore dolce ai ciucci! Mi sono riempita di Candida i seni e il torace, avevo i capezzoli erosi color fucsia e attaccare Davide mi faceva vedere le stelle…Davide non ciucciava in modo adeguato, era sonnolento ed aveva anche un po’ di subittero ed io avevo i seni ingorgati.
A volte si attaccava al seno, poi si inarcava e si staccava piangendo. Probabilmente era a causa del riflesso di emissione troppo forte del mio latte dal mio seno, ma nessuno me ne aveva parlato prima.
Nel giro di pochi giorni, la Candida dalla bocca di mio figlio, è passata ai miei seni, al mio decoltè, alla mia bocca e pure alla mano che usavo per lavargli il sederino.
Nel giro di pochi giorni, visto che il peso di Davide non accennava ad aumentare, sono approdata ad un pediatra che mi hanno consigliato come pro-allattamento (non volevo assolutamente andare da un pediatra qualsiasi… ci sono state delle liti con mio marito che vedeva in un suo collega la soluzione a tutti i nostri problemi)... ho chiesto  ad una associazione di Treviso, presso la quale avevo fatto un corso pre-parto e mi hanno consigliato "lui".
E lì è stato l'inizio della fine!
Questo pediatra  ha diagnosticato a Davide un reflusso gastro-esofageo semplicemente vedendo come Davide teneva il ciuccio in bocca (accurata diagnosi eh??)...
secondo lui il mio latte era troppo liquido, gli scendeva nello stomaco e gli risaliva in esofago portando con sè i succhi gastrici, perciò gli dava bruciore e dolore e lui si inarcava e staccava.
Non mi sono accorta che era un incompetente di prima classe in allattamento materno visto che non conosceva neppure lui il riflesso di eiezione troppo forte…ma allora non lo conoscevo neppure io questo riflesso…solo che io non facevo la pediatra, lui sì!
Non dubitai subito della sua diagnosi, perché ero convinta che essendomi stato consigliato come un pediatra pro allattamento, non mi avrebbe tolto l'allattamento al seno, mi avrebbe aiutato ad uscirne...sì ad uscire dal suo ambulatorio con una borsa piena di campioni di latte artificiale addensato!!! :-(
Mi sono fidata, ero fuori di me, la Candida non passava, anzi andava estendendosi, avevo dei dolori al seno tremendi, la poppata era una cosa tragica…Davide si inarcava e si staccava, non cresceva ed io ero piena di ingorghi...
Mi sono fidata...d'altronde ero disperata...ero diventata l'ombra di me stessa, non ero mai stata così magra in vita mia, mio marito non mi sosteneva affatto, nonostante tutti i discorsi fatti, nonostante  tutte le riunioni, i libri che gli ho fatto leggere, quando è stato il momento di fidarsi, si è fidato del collega e delle "sue certezze scientifiche". Mia mamma mi portava le sue di certezze che erano quelle di una donna miope che negli anni 70 ha tirato su 2 figli con la formula, e mi diceva che non allattare non era poi così disastroso come la vedevo io...
Il pediatra poi, mica mi aveva detto di non allattare, no...mi aveva detto di alternare, una poppata al seno ed una al biberon...perché non fidarsi? Avrei fatto un allattamento misto, in fondo gli avrei sempre dato il mio latte....macché!!!!!!
Con i miei seni pieni di Candida, con la fatica che faceva Davide a ciucciare e con la tettarella a tre fori consigliata dal pediatra, (perché il latte era addensato), nel giro di due giorni, il mio bimbo non si attaccava più al seno e voleva solo la formula.
Io avevo i seni pieni di latte e lui non voleva più saperne di ciucciare! Ho telefonato al pediatra, pensando che mi dicesse di diminuire la quota di formula… invece non scorderò mai le sue parole: Signora, suo figlio ha scelto da solo il latte migliore per lui”.
Io ho un carattere molto combattivo, ma devo dire che nel post partum ero molto remissiva ed accettavo le cose in maniera acritica, mi sentivo abbattuta. Nonostante i consigli e il supporto di una cara amica consulente de LLL (La Leche League), il mio allattamento stava finendo. Mi sentivo fallire ancora una volta.
Non ho pensato al momento di chiedere una diagnosi accurata dell’eventuale reflusso gastro-esofageo, documentata con un’ecografia o altro…non ho pensato di dire al pediatra che forse avevo un riflesso di emissione troppo forte, non ho pensato di ribadire che nell’ipotesi che il reflusso ci fosse, era comunque meglio il mio latte che quella specie di budino che dovevo somministrare al mio bimbo…non ho pensato…non ne ho avuto la forza…
Ho dovuto fare due cicli di Cabergolina (Dostinex) per mandare via il latte perché ero piena di ingorghi e di dolori. Mi ricordo la prima pastiglia che presi…piangevo a dirotto… Ero anche molto abbattuta psicologicamente…erano passati 40 giorni dal parto, mi sentivo una fallita su tutti i fronti...volevo avere un parto in casa e siamo finiti in ospedale perché Davide non si impegnava con la testa; volevo tenerlo assieme a me da subito e per sempre ed invece me l'hanno portato via a circa due ore dal parto; volevo allattarlo finché lo avesse voluto lui ed invece a 40 giorni dal parto il mio allattamento finiva in un modo così terribile, con 2 cicli di Dostinex.
Quando davo a Davide il LA mi sentivo in colpa, perché lui dopo era come “dopato”, ciucciava finché il latte non gli usciva dalle orecchie. Era molto sonnolento, dormiva 12 ore per notte e pure di giorno.
Mi sono curata la Candida con delle pastiglie per bocca e quando ho iniziato a stare bene fisicamente e psicologicamente, l’idea di non poter più allattare il mio bambino, ha iniziato a non darmi pace! Mi sentivo in colpa per non aver approfondito, per essere stata così abbattuta e remissiva, per essermi fidata di una diagnosi di fantamedicina, fatta da un pediatra incompetente, che aveva fatto diagnosi vedendo come mio figlio teneva il ciuccio in bocca!
Ho contattato nuovamente la mia amica consulente e lei mi ha dato una conferma importante: potevo far tornare il mio latte, non era una cosa facile, ma con costanza e determinazione era possibile!
Mi sono rimessa in forze. La grinta della sua mamma (quella che avevo prima di partorire) pian piano si è ricostituita, non potevo accettare che il mio allattamento fosse finito così… nel giro di un mese da quelle pastiglie, ho acquistato un tiralatte elettrico, ho iniziato a stimolare il seno così ho iniziato a raccogliere le prima gocce di latte, e a darle a Davide col biberon. Da lì ho aumentato la mia produzione di latte sempre più.
In concomitanza con la sostituzione del LA con LM, ha iniziato a svegliarsi di notte e la cosa più bella è stata scoprire che di notte non serviva l’aggiunta! Davide poppava al caldo, sotto le coperte, da un seno e poi dall’altro e si riaddormentava beato, ed era così dolce sentire il suo corpicino caldo e tranquillo vicino a me!
Piano piano, i miei seni hanno iniziato a produrre molto latte. Il 25 Ottobre 2005, a circa 4 mesi dal parto e 2 dalle pastiglie per mandare via il latte, ho riportato Davide totalmente al seno... In tutto questo sono stata seguita in modo mirabile da consulenti de La Leche League e da una consulente professionale in allattamento materno (IBCLC).
Questa avventura, ho sempre detto che è stata la più difficile della mia vita…l’ho sempre detto fino ad allora, perché poi se dovessi fare un bilancio, fisicamente è stato più duro il periodo in cui ho dovuto fare chemioterapia, due anni e 10 mesi dopo la nascita di Davide, ma moralmente no, non lo è stato. Non ho dubbi a riguardo.…Però quel periodo in patologia neonatale mi è servito, mi è servito per capire che non siamo sempre le sole artefici delle situazioni che ci capitano… poi senz'altro è anche questione di volontà, ma c'è situazione e situazione, carattere e carattere, storia e storia.
Io ero una "di carattere" lo sono sempre stata, mi definivano "una tigre"... credo che la prima persona che mi ha messo i piedi in testa e con la quale non ho reagito è la pediatra della patologia neonatale che ha buttato i primi 50 ml di colostro che ero riuscita faticosamente a tirare.
La "Moizza del pre-parto" di fronte ad una situazione del genere avrebbe denunciato tutti, avrebbe chiamato il primario e preteso delle scuse all'istante, avrebbe fatto un casino coinvolgendo la stampa, avrebbe fatto di tutto...
La "Moizza del post partum",  invece, non ha fatto nulla.

Lo stesso si può ripetere all'infinito per il pediatra che diagnosticò a Davide il reflusso quando non lo aveva, lo stesso per tante altre cose...

Se prima del parto mi avessero detto che "a tuo figlio daranno la glucosata sotto ai tuoi occhi" non ci avrei MAI creduto! Invece l'hanno fatto ed io non sono riuscita a farmi rispettare.

I sensi di colpa non mi hanno abbandonato, finché non ho riportato Davide al seno. Quello è stato un riscatto per me ed un dovere verso mio figlio per non essere riuscita, io, sua madre, a proteggerlo da tutta una serie di situazioni/eventi in cui io avrei dovuto farlo e non l'ho fatto.

La cosa tremenda per me è stato lo scoprire che ero impreparata ad avere a che fare con un'altra "persona" che non conoscevo e che ero io stessa dopo aver partorito. Ero così diversa da prima e questo "scoprirmi" così mi paralizzava.

Questo mi è servito perché ora non giudico le mamme che fanno scelte diverse dalla mia: molte volte ci sono dei vissuti complicati dietro situazioni che sembrano apparentemente semplici, dall'esterno non lo posso sapere.
Il rapporto di allattamento con mio figlio, mi ha fatto diventare mamma…lo dico sempre, mio figlio mi è stato restituito o me lo sono in qualche modo “ripreso” quando ho ricominciato ad allattarlo. Sono diventata più “mamma” con l’allattamento di quanto lo sia diventata con il parto! E con l’allattamento giorno dopo giorno ho costruito la relazione d’amore che c’è con mio figlio.
di Moizza Favaro
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